Con sempre più insistenza, recentemente con anche manifestazioni di piazza e cortei, i professionisti di tutte le categorie invocano iniziative legislative tese ad introdurre l’equo compenso, ovvero misure tese a riequilibrare la situazione dei compensi professionali fortemente sbilanciata verso il basso dopo l’abolizione dei minimi tariffari.
In questo contesto non può che sollevare perplessità il DDL approvato nel mese scorso dal Governo su proposta del Ministro della Giustizia Orlando che fissa nuove regole in materia di equo compenso solo per gli avvocati.
L’iniziativa va sicuramente nella direzione auspicata ma ciò che lascia perplessi è che un principio così importante venga riconosciuto dal Governo prioritariamente e separatamente ad una sola categoria professionale , tenuto conto anche che in Parlamento erano diversi i disegni di legge presentati sull’argomento e tutti riguardanti la pluralità delle professioni regolamentate (ddl Sacconi S2858 Disposizioni in materia di equità del compenso e responsabilità professionale delle professioni regolamentate, ddl Pepe -Da Vico S 2685 Disposizioni urgenti per la tutela dei cittadini e della qualità del lavoro dei professionisti , ddl Damiano AC.Disposizioni in materia di equo compenso nell'esercizio delle professioni regolamentate e del lavoro, ddl Berretta AC 4575 Disposizioni in materia di equo compenso nell'esercizio delle professioni regolamentate.)
Assistiamo così dopo la ripresa dei lavori parlamentari ad una strana situazione in cui un ramo del Parlamento discute l’equo compenso solo per gli avvocati ,essendo ora il disegno di legge del Governo (AC 4631) in esame alla Commissione Giustizia della Camera , mentre l’altro ramo del Parlamento valuta l’equo compenso per tutte le professioni regolamentate poichè il già citato Ddl Sacconi (S2858) è stato ora assegnato alla Commissione Lavoro del Senato.
Due percorsi diversi dunque di cui non si può che auspicare quanto prima l’unificazione visto che il problema affligge indistintamente allo stesso modo tutte le categorie e deve essere risolto con la stessa urgenza per tutti, stabilendo misure idonee che consentano di proteggere tutti i professionisti i da una infausta concorrenza verso il basso che inevitabilmente in ultima analisi si riflette e penalizza soprattutto l’utenza finale con la qualità della prestazione.